Una coppia di amiche che con ruota e matasse di lana creano non solo filati artigianali unici ma anche storie di vita, le loro. Mentre la ruota gira e le dita disciplinano la fibra anche le loro giornate prendono forma. Ore di ruota ore di vita. Lana, filati, figli, speranze, impegni e obiettivi.
Noi le abbiamo conosciute meglio grazie ad un progetto bellissimo che ha dato vita ad un nuovo Mood. Lo Ze:na Mood ispirato alla loro città, Genova.
E' con estremo piacere che adesso ve le presentiamo. Buona lettura!
Siete due donne, due mamme, due mogli. Come fate a tenere tutto unito facendo il lavoro che fate?
Una bella domanda senza una risposta, almeno ancora ad oggi! La spiegazione che ormai dopo qualche anno ci diamo, è di “galleggiare” tra una cosa e l’altra, ci sentiamo un po’ equilibriste in certi periodi. Una regola implicita che abbiamo iniziato a darci è di non occupare più di 2 fine settimana al mese, e poi quello che riusciamo a far rientrare in ogni giornata è ben accetto. Di certo non saremmo riuscite e non riusciremmo a portare avanti i nostri progetti senza un aiuto da parte delle nostre famiglie, ma arrivate fino a qui, guardandoci intorno, alla fine ci sembra che il fatto di creare letteralmente qualcosa ogni giorno sia un bel messaggio da trasmettere ai nostri bimbi, e perché no anche ai nostri compagni. Il fatto che nelle nostre case nel bene e nel male ci siano angoli – o stanze – pieni di colore, materiali, attrezzi curiosi con cui si da forma a qualcosa di semplicemente “bello” porta con sé un valore… oltre che in effetti un po’ di sano disordine e qualche ciuffo di fibre vagante.
La lana è la vostra più grande passione, da dove è nata?
Nei nostri filati amiamo accostare diverse fibre naturali, e con il tempo e tanta curiosità abbiamo imparato a conoscerne le caratteristiche, i pregi e i difetti. Ovviamente non sarebbe onesto dire che riteniamo migliore la lana rispetto a fibre nobili come l’alpaca, il mohair o perfino il cashmere… ma alla fine tra tutti i fili commerciali o artigianali che ci sono passati per le mani, quelli di lana non deludono mai. Forse il suo fascino sta nella versatilità unica, nelle varietà che se ne possono trovare, nelle straordinarie proprietà che cela dietro umili origini, ma in effetti è la nostra preferita. Come l’abbiamo scoperta? È stata la prima che abbiamo lavorato a maglia, la prima che abbiamo filato, cardato, lavato e annusato e da quei momenti è come se ci raccontasse storie infinite ogni volta.
Cosa vi ha spinto a mettere su questo tipo di attività?
Diciamo
che il diavolo tentatore è stato Internet, perché ci ha permesso di
trovare non solo le risorse e attrezzature per imparare a filare, ma
soprattutto per confrontarsi con esperienze altrui… magari dall’altra
parte del mondo; poi intorno al 2010 iniziavano a diffondersi i primi
portali di shop online dedicati ai makers e questo ha significato che
una volta iniziati a creare un po' di filati per sè è nata presto l’idea
di iniziare a produrne in più e vedere anche solo per curiosità se
sarebbero piaciuti a qualcuno. Così è stato, per fortuna, e poco tempo
dopo abbiamo deciso di fondare la nostra Associazione per poter
organizzare anche corsi e laboratori e iniziare a conoscere e fare rete
con allevatori, artigiani, designer e creativi del settore.
Dove e come vi siete incontrate?
Ci
siamo conosciute grazie a DHG! Avevamo partecipato ad un gruppo di
acquisto di fibre in nastro con altri filatori, e essendo entrambe
genovesi ci siamo incontrate per dividerci la nostra parte, poi da un
caffè a qualche scambio di mail abbiamo partecipato ad una prima fiera
insieme… e dopo anni siamo arrivate fino ad oggi… senza mai smettere di
partorire idee da portare avanti.
Realizzate filati a mano, ci sono parecchi studi dietro alla scelta delle fibre e dei colori da utilizzare?
Nella
maggior parte dei casi sì, capita di rado di realizzare filati a
istinto, semplicemente accostando colori e dandogli una forma casuale.
Di solito studiamo a tavolino per prima cosa i materiali, che possono
essere funzionali ad un effetto estetico da raggiungere, o a una
necessità di impiego. Di pari passo si pensa al titolo e alla struttura
che vogliamo dare al filo, e ovviamente poi anche all’accostamento dei
colori e se vogliamo partire da fibre tinte o miscelate in cardatura…
tante decisioni in effetti, ma ogni passaggio è stimolante. Tra l'altro
dopo tutte le prove difficilmente un risultato non ci piace, e così
abbiamo iniziato a creare delle piccole collezioni piuttosto che un
filato singolo, accostando magari palette di colori o spessori e
tecniche diverse ma interessanti, almeno a nostro gusto!
Il primo filato uscito dalle vostre mani che emozioni vi ha regalato?
Grande
fatica e frustrazione, mani e spalle doloranti, ma anche soddisfazione e
tenerezza per quell’insieme nodoso e contorto di lana. Ancora oggi
capita di chiederci “ma che ci troviamo?” E ancora una risposta lineare e
razionale non l’abbiamo. Un po' è la pace dell’atto di filare, sentire
che tutto il mondo resta fuori e la mente è focalizzata sul fluire delle
fibre, sul movimento rotatorio e costante. Una meditazione in
movimento. Di sicuro la soddisfazione di creare qualcosa, di tramutare
un progetto in realtà è entusiasmante, e poi constatare che con un
nostro filato rendiamo felici altri creativi, che possono realizzare a
loro volta qualcosa di semplicemente bello e appagante per loro stessi è
il massimo, ti fa sentire come un diffusore di benessere.
State provando a portare in Italia il Fiber Art Movement, a che punta della mission siete?
Questa
è dura. Il genio creativo italiano è unico al mondo, ma non per questo
certe mentalità riescono a sfondare anche qui. Noi siamo sempre rimaste
affascinate dalle creazioni audaci e innovative di alcune artiste
straniere, ma di fatto, almeno per l’esperienza avuta finora nei corsi,
in Italia difficilmente qualcuno si è avvicinato alla filatura con
l’idea di creare opere artistiche, o di osare materiali e forme estremi.
Anche chi acquista filati artistici, rientra comunque entro canoni
estetici raffinati, puliti, e comunque finalizzati a un progetto preciso
di impiego, che sia a maglia a telaio o altro. Questo di certo non è un
giudizio negativo, è più una constatazione, magari tra qualche anno
cambieranno i gusti e ci avvicineremo al mood internazionale, o forse
no, manterremo semplicemente la nostra peculiarità italiana... noi
continueremo a sperimentare!
Lanivendole è il nome che vi distingue e vi identifica. Da dove è nato?
Il nome
ci è stato dato a Firenze, come forse evoca esso stesso; eravamo lì in
occasione di una fiera, e raccontando il nostro progetto durante una
cena, poco più di un sogno all’epoca, un’amica risponde con la parlata
fenomenale che contraddistingue i fiorentini: “Sicché voi sareste delle
lanivendole alla fine”… e per noi poi a mente fredda questo nome si è
dimostrato una rivelazione. L’abbiamo sentito nostro da subito,
perfetto.
Tanta passione non poteva che farci venire voglia di un progetto ad hoc. E così non ci siamo fatti scappare l'occasione e abbiamo chiesto a Le Lanivendole di aiutarci a realizzare dei video tutorial sulla filatura a mano. Se vi va di cimentarvi in questa bellissima tecnica allora questi video fanno per voi.
SCRIVI UN COMMENTO